martedì 20 maggio 2014

RIFLESSIONI SUL 1° MAGGIO FESTA (?) DEL LAVORO.

PRIMA: IL LAVORO. MA PRIM'ANCORA IL LAVORO CHE NON C'È. IL PRIMO MAGGIO SCORSO C'ERA POCA ARIA DI FESTA, PER L'ITALIA DEI DISOCCUPATI, DEGLI INOCCUPATI E MAL OCCUPATI, PER I TROPPI CHE ANCORA RISCHIANO DI PERDERLO, IL LAVORO.

Quelli che devono lasciare il lavoro si chiamano Giulio, Antonio, Luisa, Marco, Giovanna. Un giorno, improvvisamente, diventano degli “esuberi”. Un mattino si svegliano e si trovano “quantità”. 

(Pietro Ingrao, l’Unità 1990).

Iniziamo con queste parole di Ingrao, che a distanza di 24 anni sono ancora, purtroppo, di triste attualità. Troppi sono i senza lavoro, i cassintegrati, gli esodati, i precari. La lunga crisi economica, iniziata nel 2008, ha causato un enorme disastro nel mondo del lavoro e non sappiamo ancora quali potranno essere le conseguenze in futuro. Tutti i giorni, da ormai troppo tempo, i giornali e i mezzi di comunicazione ci informano con cifre drammatiche sulla disoccupazione, che è vicina al 13%, mentre quella giovanile è quasi al 43%.

Dati che spaventano e che ci devono preoccupare. 
Il PD, da tempo dice che il lavoro è la priorità, che non ci sono riforme istituzionali o provvedimenti economici che possano essere affrontati prima della emergenza lavoro. Le nuove regole hanno messo al primo posto l’economia, mentre l’uomo, che dovrebbe essere al centro, è diventato un problema, o meglio il problema. Che fare? Tutti, politici, economisti, uomini della cultura, della finanza discutono attorno al problema e ciascuno ha la sua ricetta, ma poi alla fine, al di là delle parole, dei vedremo e faremo, non danno una risposta, una soluzione che sia utile a migliorare la situazione. C’è chi vede il problema nella globalizzazione, dalla quale non si può tornare indietro, chi sostiene che uno dei motivi della disoccupazione è dovuto alla delocalizzazione delle fabbriche nei paesi in cui il costo del lavoro è meno della metà rispetto all’Italia, chi sostiene che da noi non si è fatta innovazione tecnologica e non si è investito nella ricerca. Tutte cose vere, ma allora se questa è la situazione quale è la soluzione? C’è chi sostiene che le nuove fonti di energia,la green economy, potrebbero creare nuova occupazione e chi dice che il turismo e anche un grande intervento a protezione del territorio possano essere altrettante fonti di occupazione e poi chi sostiene la necessità di interventi in grandi opere pubbliche per creare lavoro; ma in concreto non si vedono risultati. 

Allora una considerazione possiamo farla anche noi: non è che in futuro non ci sarà lavoro per tutti? Se davvero fosse così, dovremo prenderne atto e riflettere sulla necessità di affrontare il problema in modo diverso. Occorrerà pensare ad una riduzione degli orari di lavoro, che consenta di allargare la base lavorativa. Si tratta di lavorare meno per poter lavorare tutti. Facile a dirsi e difficile a farsi. Può darsi, ma intanto in Svezia stanno già affrontando la situazione. Sappiamo che ci saranno quelli che sosterranno che è un paese piccolo e che noi siamo diversi e che perciò in Italia non sarà possibile. Comunque noi preferiremmo vivere in una società con più occupati anche con un salario di poco inferiore, anziché, come oggi, in un mondo dove troppe famiglie non hanno di che vivere. Non vogliamo qui affrontare tutti i problemi del mondo e per ciascuno dare una risposta, quello che ci interessa è, che il prossimo 1 maggio, torni ad essere la festa dei lavoratori. Quando ad una persona si toglie il lavoro si compie un atto di ingiustizia grave, perché la mancanza di lavoro sgretola la dignità umana,nessuno va lasciato solo. Quando non si è autonomi si è più deboli e viene meno l’energia necessaria per affrontare con fiducia il futuro. Se non si trovano urgentemente soluzioni a questo problema si corre il rischio di togliere speranza ai giovani. 

Occorre che chi ha responsabilità si adoperi perché il 1 maggio torni ad essere un giorno di festa per tutti. Con il “Decreto Poletti” e gli 80€ dato a 10milioni di lavoratori sono i primi interventi del Governo Renzi. Il Partito Democratico ha sempre messo al centro della sua iniziativa il tema del lavoro, cosi come la Costituzione Italiana all’art.1 - L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

AGENDO: newsletter n° 03 maggio 2014





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